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Editoriale: educare alla convivenza

BC - Ambiente, Movimento, Cultura

di Michele Bernelli da BC.

Per chi pedala in Italia, la sicurezza sulle strade resta da allarme rosso. Con qualche effetto collaterale di non poco conto. A Milano, una ricerca Makno calcola un 20% di abbandoni dall’utilizzo delle due ruote. Nei dibattiti seguiti alla lunga scia di morti e feriti si fa strada l’idea che la sicurezza arrivi solo dalla creazione di una rete ciclabile completamente protetta e separata dal traffico delle auto. Ne sono convinti, e non ci stupisce, gli oltranzisti del volante che vorrebbero le strade ripulite da bici e monopattini.

BC - Ambiente, Movimento, Cultura

Ma lo sono anche tanti ciclisti, i nervi messi a dura prova dal quotidiano clima di guerriglia in cui sono coinvolti. Vanno capiti, ma sbagliano se vedono la loro salvezza in una sorta di apartheid stradale. Che è sbagliato come concetto e inapplicabile nella pratica. Prima di tutto per i costi, con un governo che vota la decimazione dei gia modesti fondi destinati alla ciclabilità urbana, e con il progressivo inaridirsi delle risorse erogate dallo Stato agli enti locali. E poi quelle piste – una volta fatte – andrebbero comunque a interagire con strade e traffico proprio in quei punti (rotonde, intersezioni, incroci) dove si nasconde l’insidia, dove avviene la maggior parte delle collisioni.

É esperienza concreta di chi pedala in città che ci si sente più sicuri a muoversi costantemente in strada, ben visibili al traffico, che a entrare e uscire dall’isolamento di una ciclabile in sede propria. Infine: anche la città più virtuosa, se ci pensate, ha costruito ciclabili a fianco di un 10% soltanto delle strade urbane.

È nel restante 90% che si gioca la battaglia: quella della moderazione del traffico (le città a 30 all’ora), dell’educazione e del rispetto dei ciclisti. Quando questo rispetto c’è, come accade in Spagna, il metro e mezzo di spazio per il sorpasso di una bici è civiltà prima ancora che legge; nei centri storici sono gli automobilisti a sentirsi a disagio, nel muoversi a 20 allora su strade portate a livello del marciapiede per sottolinearne la natura di spazio per tutti; e i cicloamatori pedalano sicuri al lato di statali e superstrade. A proteggerli, guarda un po da una semplice linea disegnata sull’asfalto.

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I prodotti tipici del Matese

da Clarus - Prodotti Tipici del Matese

dal Blog di Francesca – il Punto Quotidiano (vedi collegamento sotto)

I prodotti tipici nel Matese, di cui Piedimonte vanta di esserne la porta di accesso del versante casertano, terra di pascoli e di transumanza per cui le carni ovine, bovine e suine, che devono la loro genuinità agli incontaminati pascoli delle pendici matesine, come tutti i derivati del latte, recitano un ruolo da protagonisti.

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La rivoluzione della mobilità: cosa sta cambiando nel mondo

Le città, nell’immaginario comune, sono luoghi oppressi da traffico e inquinamento, code interminabili di autoveicoli fermi ai semafori, migliaia di motori sempre accesi, tubi di scappamento che espellono gas inquinanti. Per chi vive in grandi metropoli, spostarsi per andare a lavoro o uscire la sera può essere una vera e propria fonte di stress. E’ per questo che, seppur lentamente e a velocità diversa a seconda del paese, il mondo della mobilità sta cambiando rapidamente, mutando la propria offerta in funzione dell’evolversi delle esigenze della numerosa utenza.

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I motivi per scegliere una bicicletta elettrica, tutti i vantaggi

Andare in biciletta all’aperto è un’esperienza molto piacevole e gratificante che permette di assaporare la sensazione di velocità per i più temerari e di passare del tempo a diretto contatto con la natura per i più romantici. E’, ovviamente, uno tra i mezzi che consente di muoversi in libertà senza lo stress del parcheggio o del traffico. Ed è, poi, amico dell’ambiente nonché economico. Scegliere di andare in bicicletta ha, infine, dei risvolti positivi sul fisico: pedalando, infatti, si fa del movimento e si bruciano calorie. E chi pensa che utilizzare con regolarità la bicicletta elettrica a pedalata assistita non aiuti a perdere peso, sbaglia. Un’e-bike, infatti, permette di andare più lontano e di pedalare più a lungo. E’ stato dimostrato che le persone che usano le biciclette elettriche fanno più esercizio di quanto non farebbero altrimenti. Nonostante l’aiuto della spinta elettrica, la capacità aerobica migliora e il grasso corporeo diminuisce. E’ questa, sostanzialmente, la notevole differenza che passa tra una bicicletta tradizionale e quella elettrica: con la prima non sempre è possibile scegliere quanta fatica fare.

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eBike meglio della bici tradizionale

Per gli scettici che ancora credono che l’eBike sia solo la versione più “comoda” della tradizionale bicicletta arriva la conferma, direttamente da uno studio universitario, che pedalare in e-bike sia addirittura più salutare che andare con la bicicletta canonica. Esatto, avete letto bene: si fa più esercizio fisico e si prende meno frequentemente la macchina. Lo studio – condotto dall’Università di Zurigo e poi pubblicato dal “Transportation Research Interdisciplinary Perspectives Journal” – ha preso in esame le abitudini di più di 10.000 adulti in sette diverse città europee (tra cui Londra, Barcellona e Anversa) ed ha dimostrato, appunto, che usando una e-bike si farebbe più esercizio fisico rispetto all’utilizzo di una normale bicicletta senza nessuna forma di assistenza.

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